Mettere in scena Capolavori

Valentina Valentini

L’idea che sorregge Capolavori è quella di allestire per un tempo breve come quello di uno spettacolo un’opera d’arte contemporanea, in uno spazio teatrale – il Teatro Biblioteca Quarticciolo – sottraendola allo spazio convenzionale del museo e della galleria per trovare dimora effimera sul palcoscenico di un teatro in una zona fuori dai circuiti dell’arte. Opera d’arte visuale, teatro, periferia, sono i dati costitutivi del progetto da cui discendono i suoi tratti peculiari.
Capolavoro è differente da Il teatro delle mostre che nel 1968 Plinio De Martiis aveva organizzato alla galleria La Tartaruga di Roma, dove artisti visivi per un solo giorno proponevano delle azioni performative che coinvolgevano per lo più direttamente l’artista.1 Con Capolavoro, al contrario, si mette in scena in teatro e non in galleria un’opera plastica e le si attribuisce il ruolo di dramatis personae, sia perché è stata scelta per i suoi tratti performativi, sia perché si mette in relazione con un soggetto enunciatore live e viene invogliata a dialogare con altri linguaggi: (Margherita di fuoco)2, 1967 di Jannis Kounellis con la voce recitante di Carla Tatò; Porta rossa (Il Terzo Paradiso) di Michelangelo Pistoletto con la “scultura vocale” di Gianna Nannini; Pallas Athena, 2008 di Jimmie Durham con la fisiognomica e il gesto vocale di Daniele Timpano, creando così un atto scenico. Nel caso di Kounellis e Durham si tratta di far dialogare in scena due produzioni dello stesso artista – ossia i pensieri raccolti ne la Perdita del Punto di Vista e le poesie di Jimmie Durham, mettendo così in luce un aspetto meno conosciuto dell’artista plastico, ma profondamente organico alla sua visione estetica.
Proviamo a delineare i tratti performativi delle opere messe in scena e la relazione drammatica che avviene “qui e ora”.

s.t., 1967 di Jannis Kounellis (Margherita di fuoco) è un fiore fatto di petali di metallo dal cui “cuore” fuoriesce una fiamma che emana calore e anche suono: «per me la fiamma e il pappagallo – dice l’artista – sono la stessa cosa, una cosa viva che si manifesta in modo aggressivo, ma né il fiore né il pappagallo avrebbero un senso se non avessero un supporto di ferro. Sono vivi e reali, ma sono segni di un’immagine costruita su un supporto, quindi in fin dei conti sono pitture3». La fiamma e il calore implicano una metamorfosi, una trasformazione, attribuiscono alla scultura una natura viva, grazie anche al suono che produce. «Le parole di Jannis, dice Carla Tatò, dovranno “volare”…quasi come “carezze” tragiche ed epiche, che sortiscono come una “moltitudine di margherite della terra”, ma non soffici e vellutate: NO: UNA MARGHERITA DI FERRO. E nel gettito di quel fuoco, archetipico, altro “elemento della terra”… ma in qualche modo contraddetto dalla “bombola blu a gas”, da cui fuoriesce, sta LA CENTRALITÀ DELL’IMMAGINE…!!! Rispetto all’atto scenico cui vogliamo aprirla, per intensa e gioiosa “atletica dell’immaginazione”, vorrei riuscire a creare un soffio di voce come il vento… nuvole di voce sussurrata… che dialogano con l’interezza della Immagine della Margherita. UNA VERA GUERRA DI CORPI SCENICI”4 .
Lo scontro dialogico-drammatico si inscena fra la scultura sonora irradiante luce e calore e il corpo-voce che proferisce le parole dell’artista: «Adesso che Itaca è morta il viaggio è una pura curiosità […] come posso sopravvivere senza dramma, senza tradizione, come posso immaginare il viaggio finito, dove posso nascondere un giorno la mia logica, a chi devo regalare l’ultimo disegno»5.
Sul palcoscenico del Teatro Quarticciolo si è prodotto un evento di cui Jannis Kounellis è stato autore unico, sia del testo che della scena, in grado di restituire la visione del mondo profondamente tragica dell’artista.

La dimensione performativa del lavoro di Michelangelo Pistoletto permea tutta la sua produzione: le numerose performance della fine degli anni ‘60 sono azioni di natura partecipativa, collettiva e comunitaria, come l’attività teatrale con lo Zoo, e ancor più il tratto performativo si riscontra nella sua produzione dei quadri specchianti in cui coinvolge lo spettatore a mettersi in immagine6.

In Porta rossa (Il Terzo Paradiso)7, secondo Capolavoro, la relazione si stabilisce fra due linguaggi diversi, il canto e le arti plastiche. L’artista, Michelangelo Pistoletto dialoga con una vocalist, Gianna Nannini per la quale la voce è “scultura vocale”, come in Mama, che nasce da una improvvisazione, nello spazio di bunKerart (2007) allestito da Pistoletto con superfici specchianti d’alluminio, «[…]perché cantare su quella parete e con quel tipo di materiale riflettente e descrittivo, dice la cantante – influenzava l’emissione vocale, essendo la voce che ha creato Mama, stata registrata con queste superfici specchianti, non in una sala d’incisione»8. L’atto scenico che l’incontro fra la arti plastiche e canto nel 2007 ha prodotto – e che viene rievocato – è Mama, che rilancia il tema de Il Terzo Paradiso.

La dimensione performativa di Pallas Athena (2008) di Jimmie Durham, cui è dedicato il terzo Capolavoro, una scultura che va oltre la dimensione visuale – è data dal suo richiamare una figura umana attraverso l’assemblaggio di materiali eterogenei per lo più “trovati”, come una maschera, uno specchietto, una targa di automobile, legno e stoffa, tubi di metallo e altro. Di particolare in Pallas Athena ritroviamo la stessa maschera usata dall’artista nel suo Autoritratto che finge di essere Maria Thereza Alves come Terminator. Si tratta infatti di un calco di Thereza Alves (l’artista, compagna di Jimmie Durham) per cui la scultura antropomorfa assume il valore di una dedica a una dea, Atena/Alves, dea della saggezza e della guerra al contempo. Sul palcoscenico del teatro Biblioteca Quarticciolo è messa in relazione con le poesie dell’artista, con i suoi versi, letti dal vivo da Daniele Timpano9, un attore/autore particolamente congeniale all’universo poetico di Durham. Nelle poesie selezionate per l’atto scenico, scritte a Roma10, la complessità dell’artista americano, impegnato nei movimenti per i diritti civili degli afroamericani e dei nativi americani, la sua naturale attitudine a rovesciare i miti (quello del poeta Allen Ginsberg, ad esempio), è espressa in modo vibrante. Pallas Athena, dramatis personae si mette in ascolto e raccoglie l’urlo lanciato dal poeta, un urlo sulla sua condizione di “scacciato dal proprio territorio Sud Dakota/Nord Dakota”: e si fa testimone del suo desiderio: «Voglio tornare. Voglio tornare a casa. Voglio tornare a casa mia».

Fra isole scomparse, viaggi finiti, territori espropriati, evocazione di un terzo paradiso come luogo di procreazione del nuovo mondo, i tre capolavori sono riusciti a creare – miracolosamente – un contesto che ha “esploso” l’opera d’arte plastica, intrecciandola con altri immaginari, stratificandola con altre visioni.
Questo progetto meteora, sostenuto da Zerynthia, ha trovato dimora al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, un ambiente culturale dove fuoriuscire dai tracciati consueti è una prassi sperimentata. Riportiamo le parole di Michelangelo Pistoletto pronunciate in occasione di Capolavoro 2, Terzo Paradiso: «Le periferie sono i nuovi centri, dove si incontrano le situazioni più tese, più drammatiche, più problematiche. Dove c’è il desiderio, la speranza, e la tristezza e la miseria. E poi nelle periferie si ritrovano le diverse culture, che vengono da diversi paesi, che non riescono a penetrare nella società, rimangono nelle periferie.
Questo è il simbolo della creazione».

 


1 Opprimente di Franco Angeli, Cancellazione d’artista di Cesare Tacchi, La spia ottica di Giosetta Fioroni che ricostruiva in galleria la sua stanza in cui un’attrice ripeteva delle azioni come truccarsi, fumare, uscire, rientrare, azioni che i visitatori osservano da uno spioncino, sono alcune di queste azioni. Cfr. Ilaria Bernardi, Teatro delle mostre: Roma, maggio 1968, Feltrinelli, Milano 2014.
2 s.t 1967 è stata realizzata per la mostra: Lo spazio degli elementi. Fuoco, Immagine, Acqua, Terra presso la Galleria l’Attico, Roma.
3 Cfr. J. Kounellis, Del corpo, del comportamento, del «naturale», del «vivo» come autenticità teatrale, Teatro, rassegna trimestrale di ricerca teatrale», numero 1, pag.27, marzo 1969, ripubblicato in: https://nuovoteatromadeinitaly.sciami.com/anni-70/kounellis-corpo-comportamento-naturale-vivo-rivista-teatro-giugno-1969/
4 C. Tatò, riportiamo le parole dell’attrice in una mail inviata a chi scrive: lunedi 21 feb, 20:32: Margherita di Kounellis al Teatro Quarticciolo 23 marzo 2022.
5 J. Kounellis, La Perdita del punto di vista, éditions Jannink, Paris, 2008 – traduzioni dall’italiano di Xavier Aubert, p. 26.
6 I quadri specchianti sono il risultato di una riflessione sullo spazio dell’immagine come doppio dinamico in un continuo farsi e rifarsi al cambio dell’ambiente (environment) circostante, soprattutto umano. Cfr. M. Farano, M. C. Munduci, M. T. Roberto, Michelangelo Pistoletto. Il varco dello specchio. Azioni e collaborazioni, Edizioni Fondazione Torino Musei, Torino 2005, in particolare il saggio M. Farano, Dallo Zoo al Terzo Paradiso. Azioni e collaborazioni, cit., p. 64.
7 La Porta Rossa è stata presentata per la prima volta nello spazio bunKerart di Milano nel 2007 in occasione della mostra Suono e Forma- Il Terzo Paradiso.
8 Riportiamo le parole di Gianna Nannini durante l’incontro con Michelangelo Pistoletto Al Teatro Biblioteca Quarticciolo per Capolavoro 2, La porta Rossa, in data 4 aprile 2022.
9 Autore-attore di spettacoli come Dux in scatola, Autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito, in cui racconta in prima persona, la sorte del cadavere del Duce. Ecce Robot!, in cui riprende i personaggi (Jeeg Robot, Mazinga Z e tanti altri) dell’autore giapponese di cartoni animati Gō Nagai. Per il progetto speciale Aldo morto 54, si è rinchiuso per 54 giorni in una cella 3×1 costruita al Teatro dell’Orologio di Roma ripreso in live streaming.
10 J. Durham, Poems That Do Not Go Together, Wiens Verlag – Editions Hansjörg Mayer, Berlin/London 2012, a cura di Barbara Wien e Wilma Lukatsch, traduzione italiana del poeta Sacha Piersanti, che ringraziamo.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gli articoli del Quadrimestrale

Mettere in scena capolavori

L’idea che sorregge Capolavori è quella di allestire per un tempo breve come quello di uno spettacolo un’opera d’arte contemporanea, in uno spazio...

Capolavoro

Col termine capolavoro tutti i vocabolari indicano quell’opera (o quel ristretto numero di opere) che spicca maggiormente dentro la storia personale...

CAPOLAVORO 1

Jannis Kounellis, S.T. (Margherita di fuoco), 1967. Ferro, becco con collettore, tubo di gomma, bombola a gas 100 cm diam. e 24 cm baseore 20-22,...

CAPOLAVORO 2

Michelangelo Pistoletto, Porta rossa (Il Terzo Paradiso) e Gianna Nannini, Mama, scultura vocale, 2007 stampa digitale in sublimazione su alluminio...

CAPOLAVORO 3

ore 20-22, Jimmie Durham, Pallas Athena, 2008 ore 21, Introduzione di Maria Thereza Alves e lettura di testi di Jimmie Durham con Daniele Timpano...

Curatela e Crediti

Zerynthia, Associazione per l’Arte Contemporanea, è una ODV (organizzazione di volontariato), con sede operativa a Roma e sede sociale a Paliano,...