…la terra vagante sarà ritrovata

Richard Schechner

«Ogni uomo crede in cuor suo che morirà.
Molti hanno scritto gli ultimi pensieri e le ultime lettere.
Nessuno sa se le nostre morti sono per ora o per sempre:
Nessuno sa se questa terra vagante sarà ritrovata»1.

 

In questo momento, dopo troppe notti di sonno agitato, non so se questa “Terra vagante verrà ritrovata”. Questo perchè “noi”, comunità umana, siamo perseguitati da molte cose: il riscaldamento globale, la pandemia, miliardi di esseri umani che soffrono la povertà e le malattie, il razzismo, questioni di etnie, guerre civili, genocidi, tensioni globali… Su un altro piano, le pandemie, il riscaldamento e le estinzioni delle biodiversità ci dicono che Gaia si sta rimettendo in equilibrio. Gli esseri umani devono cambiare o si estingueranno.
Però nel mio vicinato, quello a me più vicino, la vita continua più o meno uguale. Mi sveglio, mi lavo, faccio qualche esercizio fisico (qualche volta), mangio, defeco, scrivo, revisiono, parlo, guardo il mondo intorno a me, mi collego con zoom o skype, resisto, leggo, dormo.
So che il covid-19 ha “cambiato tutto”. Ma nel profondo non ci credo. Nel mio cuore credo che fra cinque anni o cinquanta, questa particolare pandemia sarà un “evento storico” finito da tempo. La pandemia influenzale del 1918-’19 ha ucciso milioni di persone nel mondo, 675,000 negli Stati Uniti – la popolazione mondiale allora era 1.8 miliardi, quella degli U.S.A. 103 milioni. L’impatto della prima pandemia è stata enormemente più grande.
Eppure a metà degli anni ’20 sia a Weimar in Germania, che negli USA, i ruggenti anni ’20 erano in pieno fervore. Più recentemente, l’AIDS ha provocato – e continua a provocare specialmente nel Sud del mondo una terribile sofferenza e morte. Ma creiamo arte e andiamo avanti come se l’AIDS fosse nello specchietto retrovisore.
Comunque, da qualche parte nel profondo, credo che con il covid-19, un Rubicone sia stato attraversato, almeno negli U.S.A. Gli omicidi di George Floyd e Ahmaud Arbery hanno mostrato il razzismo americano in atto. Altri omicidi da parte della polizia e terrore razziale rampante sono diffusamente documentati da registrazioni sui cellulari e dai bodycam della polizia. Ovviamente, il paese deve cambiare sistematicamente, strutturalmente, o diventa come una nuova Roma, grandiosa nel suo declino corrotto. Però questo “rendersi conto” di un razzismo già presente da sempre non è nulla di nuovo. Nel 1968, TDR pubblicò un numero di Black Theatre (12, 2) con la direzione speciale del drammaturgo/attivista Ed Bullins. Nella mia introduzione a quel numero, per spiegare perché avevo dato piena autorità per la direzione a Ed Bullins, scrissi:

Le circostanze sociali in America ci costringono ad accettare che il razzismo fa parte del nostro retaggio. Ma dobbiamo accettare, o perfino sfruttare quell’eredità? Questo numero suggerisce (come altre testimonianze fanno notare in modo ancora più forte) che ci sono due Americhe, una nera e l’altra bianca. Credo che questo sia un dato che non possiamo negare. E accettarlo vuol dire che dobbiamo affrontarlo nei suoi termini reali non sulla base di quello che ci piacerebbe pensare. Forse in buona parte, la nostra attuale miseria (sia in termini razziali che sociali) è rintracciabile nel nostro falsificare la realtà dei fatti.2

È devastante quanto poco le cose siano cambiate strutturalmente durante l’ultimo mezzo secolo e più. Tutto ciò nonostante la Presidenza di Barack Obama, l’aumento e la popolarità di molti artisti neri, di afro-americani come direttori di aziende, scienziati, politici, atleti e la fusione di stili musicali neri, nel linguaggio, nel modo di vestire e nel comportamento sociale.
Nonostante tutto questo, alcuni momenti sono particolarmente pieni di cambiamenti, con un “prima” e un “dopo”. Qualche volta questi cambiamenti sono chiari mentre sono in corso, come durante la rivoluzione americana, quella francese e quella russa per esempio; e qualche volta la differenza viene identificata solamente per via delle consequenze, come nel caso della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg per esempio. La convergenza della pandemia di coronavirus e Black Lives Matter sicuramente sembra segnare un cambiamento permanente, almeno negli U.S.A. Per la seconda volta nella mia vita, enormi folle multi-razziali e multiculturali hanno manifestato nelle strade chiedendo di essere riconosciuti e di rettificare gli errori strutturali nella società americana. (L’altra occasione è stata il movimento per i diritti civili/libertà di circolazione degli anni ’50 e ’60 del ‘900, quando TDR dedicò un numero al Teatro Nero). La richiesta di diminuire i fondi alla polizia è il punto portante per riesaminare e cambiare l’America profondamente razzista. Questo razzismo fa parte della storia degli U.S.A. nello specifico lo schiavismo, la segregazione e la continua oppressione sociale ed economica. Questa storia non è conosciuta bene e non viene insegnata come si dovrebbe. Sottoforma di una serie di cliché dei “Padri Fondatori” copriamo, falsifichiamo e non raccontiamo esattamente le storie dei Popoli Nativi, degli Africani, e delle colonie di lingua Spagnola e Francese all’origine dell’“America” come la conosciamo oggi. È un insieme di storie complesse e sanguinose che va oltre i Puritani che condividevano il tacchino durante il Giorno del Ringraziamento con i cosiddetti Indiani, gli abitanti di Boston che scaricavano il tè nel porto, e gli schiavisti della Virginia che proclamavano “tutti gli uomini sono stati creati uguali” (le donne non incluse).
Ironicamente, il coronavirus concede alle persone la possibilità di raccogliersi in un posto e radunarsi per una causa che vale il rischio: sia per protestare che per sperare. Le foto dei cellulari e i bodycam della polizia ci forniscono una testimonianza orrenda dell’uccisione sadica e del controllo fuori misura delle masse. Ma il cattivo comportamento della polizia è sintomo di errori più gravi nella società. Questi sono presenti dall’inizio dell’insediamento Europeo e Africano, e anche prima. Tenochtitlan, Tikal e Cusco non erano certo paradisi democratici. Ciò che dimostrano i Black Lives Matter e le manifestazioni sono una sentita necessità di giustizia in un ordinamento sociale che finora non è esistito. In tutti i settori: la giustizia, il diritto all’alloggio, istruzione, lavoro, la salute, indennizzi, procedere verso una integrazione più equilibrata.
Per tornare alle faccende del presente riguardo lo spettacolo e l’istruzione dopo il covid. Come animali capaci di adattarsi, noi umani stiamo facendo fronte alla situazione tramite il distanziamento sociale, conferenze e lezioni su zoom, performance di archivio in streaming, e tutte le altre misure “temporanee” che potrebbero diventare permanenti. Nessuno sa quando la prossima pandemia scoppierà. E quando riprenderà, l’economia non sarà come prima. Le aziende sposteranno una parte sostanziale della forza lavoro fuori sede; ci saranno meno teatri, ristoranti e negozi. Città come New York saranno al centro svuotate, almeno temporaneamente. Molti edifici che contenevano uffici saranno riconvertiti per usi diversificati. Alcune delle persone più ricche si riverseranno nei poderi in campagna. Alcune università –- anche alcune importanti che dipendono dal finanziamento statale –- crolleranno per la mancanza di dollari provenienti sia dagli studenti che dal governo; tutte faranno economia e inizieranno corsi ibridi online e dal vivo. Si spera che questo sarà un’opportunità per migliorare l’educazione K-12 e aprire i college a molte più persone. Ma ci saranno meno classi piccole e quasi nessun seminario. Le facoltà umanistiche si restringeranno più di quelle scientifiche, tecnologiche, d’ingegneria e di matematica. I soldi che esistono andranno alla ricerca scientifica, di laboratorio e di ingegneria. Per coloro che non hanno compiuto studi universitari, non mancheranno opportunità di lavoro in enormi progetti infrastrutturali, come si erano visti a partire dagli anni ’30 e di nuovo negli anni ’50.
Sostengo che il virtuale è sopportabile, ma le cose dal vivo sono decisamente migliori. Una realtà sociale diversa. Mi piacciono i respiri e i sussulti di coloro che mi sono seduti di fianco in teatro: l’eccitazione e il frastuono della folla allo stadio; il prendi e lascia delle performance immersive; i site-specific e i flash della performance art. E per ciò che riguarda il mondo oltre le arti performative, quale sarà il panorama dell’ampio spettro della performance? Non apprezzo lo spostamento post-covid di tanti impiegati dai loro uffici alle case/case-ufficio. Il fatto di prendere il caffè insieme non solo favorisce la creatività, ma è anche uno dei momenti in cui gli esseri umani hanno il piacere di stare insieme. Molte chiacchere nascondono il vero motivo per promuovere il lavoro da casa: l’avidità delle aziende.
Se il costo di avere impiegati che lavorano a casa superasse il costo di averli in ufficio, i capi delle aziende li farebbero certamente ritornare in ufficio. La mia soluzione? Dire agli impiegati di chiedere il costo dell’affitto alle aziende per le quali lavorano. Mettiamo che lavori otto ore al giorno dal tuo soggiorno, o dalla camera da letto o dallo studio di casa e quello spazio occupa il 30% della tua abitazione, allora il datore di lavoro paga il 30% dell’affitto mensile, mutuo o spese. Se sono meno o più di otto ore giornaliere, meno o più del 30%, può essere proporzionalmente calcolato. Mi sembra giusto. I lavoratori non dovrebbero sovvenzionare le aziende. Insieme a questo, sono estremamente a favore di un “salario massimo” oltre che un salario minimo. Nelle grandi aziende e nelle multinazionali, i guadagni dei dirigenti/amministratori meglio-pagati potrebbero al massimo raggiungere 5 volte i guadagni di quelli meno pagati. Quindi se i dirigenti più in alto di una grande azienda guadagnano $900,000 all’anno, la persona che fa le consegne e l’impiegato in magazzino dovrebbe essere retribuito $180,000. I guadagni comprendono non solo il salario ma anche azioni (stock) titoli e obbligazioni e altro reddito non incluso nello stipendio. Immagina ciò che succederebbe ad Amazon se il reddito di Jeff Bezos fosse legato al reddito dell’impiegato meno retribuito. Per quanto riguarda le aziende a conduzione familiare lo stipendio più basso dovrebbe essere di almeno $40 dollari all’ora. La proposta di stipendio massimo è una versione radicale della tassa sulla ricchezza di Elizabeth Warren dato che il costo del programma viene da ciò che ora va a chi guadagna di più.
Non mi faccio illusioni finché il salario massimo non diventa realtà. Consideriamo che questo potrebbe essere il tipo di avvenimento che succede nell’epoca del covid. L’interruzione dell’ordinario, la reclusione- ma allo stesso tempo una estrema necessità di comunicare da un luogo che ci ripara e ci protegge; sentire realmente di avere tante possibilità di intrattenimento. Si, “intrattenere”, un divertimento, un’opportunità, un passatempo, un’arte.

 

12 Luglio 2020


1MacLeish, Archibald, 1930. “EPISTLE TO BE LEFT IN THE EARTH” in New found land. Boston: Houghton Mifflin, https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=uc1.$b325996&view=1up&seq=37&q1=Epistle.
2Richard Schechner, “White on Black,” TDR 12, 2, 1968, p. 26.

Richard Schechner, regista e teorico teatrale statunitense (n. Newark 1934). Ha diretto The Drama Review, originariamente the Tulane Drama Review, dal 1962 al 1969 e di nuovo dal 1986 a oggi. Ha fondato il Dipartimento di Performance Studies presso la Tisch School of the Arts della New York University, The Performance Group (1967) e l’East Coast Artistic Group (1991), compagnie teatrali con le quali ha realizzato spettacoli sperimentali. Nel 2007, ha fondato The Richard Schechner Center for Performance Studies presso Shanghai Theatre Academy iniziando a pubblicare il biennale TDR/China.

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